Weekend in Cappadocia

Sono stata ad Uςhisar, per un weekend in Cappadocia, solo una volta, ma ci tornerei senza pensarci troppo sù. Qui ho scoperto una regione di chiese rupestri, antichi siti archeologici e cieli punteggiati da mongolfiere. Per un amante delle camminate come me, il modo migliore per esplorare questa straordinaria zona della Turchia centrale è proprio praticando una delle tante attività all’aria aperta o percorrendo i suoi sentieri.

Tutto è iniziato prenotando un biglietto aereo in completa autonomia con un’agenzia di viaggio online e nel giro di pochi giorni mi sono ritrovata in un’ambiente così bello che faccio fatica a descriverlo. Vuoi un consiglio? Clicca qui per scoprire le offerte di eDreams , prenota il tuo biglietto aereo e parti alla scoperta dell’angolo di mondo che preferisci. Io, adesso, ti racconto la mia esperienza in Cappadocia.

Cappadocia tra leggenda e realtà

Weekend in Cappadocia

C’è qualcosa d’insolito nell’aria della Cappadocia. Qualcuno dice che siano gli spiriti malvagi, peri in turco, che sembra vogliano infestare le meravigliose formazioni dalla forma fallica o conica della regione, i “camini delle fate”. Nel recente passato erano i piccioni, attirati nelle cavità scavate nella roccia friabile dai contadini che usavano le loro deiezioni come fertilizzante. Oggi sono soprattutto i turisti che volteggiano in cielo, sopra questo paesaggio unico, dentro colorate mongolfiere che ogni giorno all’alba decollano a dozzine.

Anche se molti viaggiatori ammireranno solo questa sua veduta aerea della zona, la fama della
Cappadocia
poggia su basi solide. É stata occupata per millenni da svariati popoli che hanno scavato case, chiese, cantine e mulini nel tufo vulcanico. Per questo è una terra ricca di storia e umanità. Gli Ittiti lasciarono qui le prime tracce 3.500 anni fa, seguiti da Greci, Romani, Selgiuchidi e Ottomani. Le città e le cittadine di roccia che si sono lasciati dietro invitano alla scoperta. Per secoli la Cappadocia è stata una culla di pace che ha accolto una miriade di nuovi arrivati e le loro culture. Oggi i turisti stanno tornando e grazie anche ai tanti voli disponibili questa incantevole regione si sta riprendendo il posto che le spetta.

Un weekend in Cappadocia, la prima tappa: grotte e spuntini

Weekend in Cappadocia

Al mattino prova innanzitutto a salire sul tetto della Cappadocia centrale: il castello di Uςhisar è un torrione di roccia vulcanica alto 60 metri e scolpito nel tempo prima dagli elementi naturali e poi dagli uomini. I primi pare siano stati gli Ittiti a partire dal II millennio a.C. L’ascesa si snoda tra gallerie e grotte che servivano da rifugio durante gli attacchi; da notare lungo il percorso le mangiatoie per il bestiame e i tandirlar (forni a pozzo) scavati in pareti e pavimenti. Dalla cima si gode di una vista meravigliosa, soprattutto a est, attraverso l’antica area del villaggio di Uςhisar, verso il profilo dell’Erciyes, uno dei tre vulcani le cui eruzioni, 30 milioni di anni fa, hanno gettato le basi di questo paesaggio.

Cammina poi fino al Peri Cafe Cave Man, ospitato in un “camino fatato”, dove potrai gustare del cay (tè) e semi di zucca tostati e godere di altre viste incantevoli della rocca. Nel pomeriggio rifocillati in uno dei ristoranti tipici con i piatti dell’Anatolia: lahana sarmasi (cavoli stufati), yaprak sarna (involtini di foglie di vite), manti (ravioli turchi) ed eriste (nastri di pasta): una delle tante cucine del mondo che vale la pena di provare . Di sera, sempre a Uςhizar, esplora invece l’area sotterranea con un tour guidato, scopri la chiesa del V o VI secolo usata come caravanserraglio e avrai un’idea di come si viveva la normalità del sottoterra fino al XVIII secolo.

Un weekend in Cappadocia, la seconda tappa: meraviglie aeree e di culto

Alzarsi di buon mattino per la seconda tappa del weekend in Cappadocia è un’ottima idea. La partenza delle mongolfiere di Uςhisar è infatti fissata in modo da approfittare della meravigliosa luce dorata e della quasi totale assenza di venti. È molto probabile che decollerai prima del levar del sole da una rada vicina ai pinnacoli rocciosi di Paşabağ, volteggiando a quote che sfiorano gli 800 metri per godere di una vista che ti lascerà senza parole.

Una volta a terra, visita il museo a cielo aperto di Göreme, un agglomerato di oltre 30 chiese scavate nella roccia dai cristiani Bizantini del VI secolo. Gli affreschi più intricati e variopinti sono quelli che decorano le chiese del IX secolo di Karank Kilise (la “chiesa scura), Elmali Kilise (“la chiesa della mela”) e, a breve distanza dal sito principale, la più grande Tokali Kilise (”la chiesa del fermaglio”). Prosegui nel pomeriggio fino alla valle di Balkan e alla meno nota chiesa di Pancarlik per osservarne gli affreschi. In serata, ammira il tramonto di Aktepe grazie alla vista delle rocce ondulate color ruggine della Kizilcukur Vadisi.

Un weekend in Cappadocia, la terza tappa: la zona a sud

Nel terzo giorno, tra sentieri meno battuti, da soli o accompagnati da visite guidate, si possono
visitare una serie di siti naturalistici. Ad esempio i labirinti sotterranei di Kaymakli, scavati oltre 2.600 anni fa e poi allargati in epoca bizantina come rifugio dalle invasioni arabe, mongole e ottomane. La Valle di Soğanlı è invece una stretta costa con alte pareti dove i piccioni scavano i loro nidi. Al termine sorge un complesso monastico rupestre: il Sultanhani, a ovest di Aksaray, è il più grande caravanserraglio dell’Anatolia. Fondato nel XIII secolo era la tappa strategica di approdo delle carovane di commercianti dell’impero Sljuk. Infine, il Monastero di Keslik, a sud di Mustafapaşa, è un complesso monastico ricavato da un agglomerato di rocce che include cucina, refettorio, un torchio per il vino e una scuola: tutto in mezzo a un verde frutteto.

Insomma, un weekend in Cappadocia potrebbe non bastare, ma resta sempre un buon punto di
partenza. E allora: zaino in spalla e via! Poi, se proprio ne hai bisogno, ecco i miei trucchi salva-spazio per viaggiare leggeri . Bon voyage!

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