Viaggi e cucina

Ho sempre pensato che tra viaggi e cucina ci sia un legame fortissimo. Quando viaggio, esploro nuovi luoghi, entro in contatto con culture diverse ed inevitabilmente mi cibo di ciò che offre il contesto locale. A volte assaggio piatti tipici che mi entusiasmano, altre volte (poche!) rimango delusa dalla cucina locale. In entrambi i casi, però, vivo un’esperienza che va oltre al viaggio stesso. Certi sapori, alcuni odori e diverse consistenze rimangono nel mio vissuto per ripresentarsi quando meno me lo aspetto nella vita di ogni giorno. Per me, il cibo non è semplice nutrimento, ma è una delle chiavi per dare maggiore autenticità ad un viaggio, per connettermi veramente con un luogo. Il cibo su di me agisce sia a livello fisico, che a livello intellettuale ed emozionale.

Il ruolo del cibo in viaggio

Se mi chiedi che ruolo ha la gastronomia locale nella programmazione di un viaggio, ti rispondo senza esitazioni che il cibo per me rappresenta una componente importante del viaggio. Potrei quasi affermare che viaggi e cucina sono due elementi complementari. Quando viaggio, il cibo da un lato mi dà conforto, mentre dall’altro lato mi porta ad approfondire la conoscenza del luogo visitato. Scoprire una cucina tipica è come fare un viaggio nel viaggio, mentre viaggiare è come nutrire l’anima oltre al corpo.

Nella maggior parte dei casi, mentre raccolgo le informazioni necessarie per organizzare un viaggio, dedico del tempo anche a studiare quali sono i piatti tipici della zona che voglio visitare e se ci sono dei ristoranti che vale assolutamente la pena di provare. Raramente mi è successo di arrivare in una destinazione turistica completamente all’oscuro sulla cultura gastronomica locale. Devo però precisare che, altrettanto raramente, un piatto o un ristorante hanno rappresentato la principale motivazione di un mio viaggio. Insomma, viaggio anche per assaggiare le cucine tipiche del mondo, ma non viaggio unicamente per sedermi in un determinato ristorante, o partecipare ad un determinato evento gastronomico o provare un determinato cibo.

I miei ricordi tra viaggi e cucina

Viaggi e cucina: le bevande vietnamite
Viaggi e cucina: il fascino delle bevande vietnamite

Se ci penso bene, quando racconto a qualcuno un mio viaggio, includo sempre delle informazioni sui piatti che ho assaggiato, sui ristoranti che ho frequentato o su di almeno un’esperienza legata al cibo (una visita ad un mercato, un corso di cucina, un tour gastronomico guidato). L’importanza del legame tra viaggi e cucina è ovvia.

Molti dei miei ricordi di viaggio sono legati al cibo. Alcune delle esperienze più significative che ho fatto in viaggio sono riconducibili alla ricerca dell’autenticità attraverso la sperimentazione della cucina tipica.

Ancora ricordo il sapore della cena che mi è stata preparata sull’isola Amantani nel lago Titicaca. Alloggiavo presso l’abitazione di una famiglia di contadini e per cena la padrona di casa ha preparato una semplice zuppa di patate e delle verdure stufate. Credimi, è stata una delle cene più buone che io abbia mai mangiato perché in quel momento e in quel contesto era tutto quello che desideravo: un piatto caldo per combattere il freddo dei tremila metri di altitudine da condividere in un contesto familiare autentico. Allo stesso modo, sono convinta che il mio amore per Napoli sia nato non solo esplorando i suoi quartieri e i suoi musei, ma anche percorrendo strade e vicoli alla ricerca della migliore pizza napoletana e delle più famose pasticcerie campane.

Per sentirmi sempre in viaggio: i piatti tipici che ho imparato a cucinare

La mia personale versione del pad thai
La mia personale versione del pad thai

In viaggio, ho sempre cercato di approfondire la conoscenza delle cucine tipiche. Ho assaggiato quanti più cibi possibili, ho esplorato i mercati gastronomici fotografando e facendo domande, e, dove possibile, ho frequentato corsi di cucina locali.

Quando trovo un piatto che mi piace, sia in Italia che all’estero, non mi accontento semplicemente di mangiarlo, ma cerco di acquisire tutte le informazioni necessarie per ricrearlo poi una volta tornata a casa. Ecco perché, se ti inviterò a mangiare da me, non dovrai stupirti di fronte a piatti che non appartengono alla cucina italiana. Il pad thai, l’insalata greca, gli involtini vietnamiti, il caldito di pintarroja andaluso e la gulaschsuppe sono solo alcuni dei piatti che ho incontrato in viaggio ed introdotto nella mia cucina di ogni giorno.

GLI INDISPENSABILI 
Per ricreare le ricette delle cucine etniche che mi sono più piaciute, io non posso fare a meno di:
– una
padella wok tradizionale
– un
mortaio con pestello in granito naturale
– un
libro di ricette della cucina thailandese
– un
mix di erbe e spezie essenziali

Tra viaggi e cucina: gli ingredienti che ho fatto miei

Viaggi e cucina: quando gli ingredienti "esotici" contaminano le tue creazioni
Viaggi e cucina: quando gli ingredienti “esotici” contaminano le tue creazioni

Uno degli aspetti che più mi affascinano di questo legame tra viaggi e cucina è il modo naturale in cui mi sono appropriata non solo dei piatti di altre cucine, ma anche dei singoli ingredienti. A conferma che la cucina è contaminazione, mi accorgo che sempre più spesso inserisco nei piatti che cucino ormai da una vita degli ingredienti che ho incontrato in viaggio.

Il coriandolo fresco (le poche volte che lo riesco a trovare al supermercato) mi proietta con il suo aroma inconfondibile verso la Thailandia. Utilizzato ad esempio in un’insalata di mare offre un elegante tocco di freschezza. Il pimenton ahumado (paprika affumicata) dell’Extremadura (Spagna) arricchisce le mie carni stufate di un sapore deciso ed avvolgente. I semi di cumino della cucina austriaca condiscono sempre più spesso le mie insalate crude a base di cavolo verza e mele. La yuca (o manioca in italiano) che ho scoperto nei colorati mercati peruviani ora è diventata un contorno che porto regolarmente sulla mia tavola.

Potrei continuare ancora per molto ad elencare tutti gli ingredienti che, una volta incontrati in viaggio, ho fatto miei. Credo che sia una bella soddisfazione scoprire che la tua cucina è stata contaminata da tutti questi ingredienti, un bel modo per sentirsi di più cittadini del mondo e non di un solo Paese. Parola di una vagabonda gastronomica!

PER APPROFONDIRE
Se, come me, ami le cucine del mondo e vuoi saperne di più su quelle che ho già provato non perderti i miei articoli dedicati alla cucina cinese, alla cucina thailandese, alla cucina vietnamita, alla cucina peruviana e alla cucina laotiana.
Ho scritto molto anche di altre cucine europee, in particolar modo della cucina spagnola.
Se, invece, vuoi sostenere la mia battaglia per la sopravvivenza dell’autentica cucina italiana, viene a leggere questi articoli dedicati a:
– Come ti uccido la cucina italiana
Una travel blogger amante del cibo contro gourmet, tataki e finta artigianalità
Vivere in Spagna: come ti uccido la pizza

Viaggi e cucina: come il cibo di altre culture è entrato nella mia quotidianità
Come scegliere un ristorante senza cadere nelle trappole per turisti

14 commenti

  1. Di solito, nella valigia di ritorno, trovano spazio spezie e alimenti vari per riprodurre, con contaminazioni e cucina fusion, i piatti del paese che ho appena visitato. Anche per me la cucina è una parte fondamentale del viaggio: assaggio di tutto, in ogni luogo, soprattutto lo street food. A volte scopro gusti e abbinamenti incredibili.

  2. Sono daccordissimo con quello che scrivi, tra viaggi e cucina c’è un legame fortissimo ed anche a me piace andare alla scoperta delle cucine tipiche in ogni luogo che visito. Credo che insegni molto sulla cultura del posto e ti faccia entrare a pieno contatto con quell’ambiente.
    Ps.da napoletana sono contenta che ti sia innamorata della pizza napoletana 🙂

    1. Fosse solo la pizza…mi sono innamorata perdutamente anche di sfogliatelle, babà, pastiera, cuoppo, genovese, pasta patate e provola…e potrei continuare così ancora per molto!

  3. Lisa Trevaligie Travelblog

    Abbiamo da sempre l’abitudine, all’estero, di fare scorte di spezie o di essenziali utili a riprodurre i piatti assaggiati in vacanza anche a casa. Infatti abbiamo sperimentato anche nella nostra cucina diversi piatti tipici, e devo dire che il risultato non è stato neanche male. Ora più che mai rimane un modo per viaggiare con il gusto, nella speranza di poter riprendere a farlo di persona.

  4. Anche per me funziona così: il cibo e la gastronomia di un paese sono una parte fondamentale del viaggio, e nemmeno io parto mai senza essermi documentata sulle tradizioni culinarie di un paese. Ti confesso che ci sono anche alcuni casi un cui vorrei programmare un viaggio apposta per mangiare in un determinato ristorante: per esempio vorrei tornare a Londra per mangiare da Locanda Locatelli, o nei Paesi Baschi per mangiare da Arzak.
    Purtroppo però non sono quasi mai riuscita a replicare a casa i piatti mangiati in giro per il mondo perché sono una frana quando si tratta di cucinare!

  5. Ciao!Che buono questo post! Slurp. il cibo é sicuramente una componente fondamentale dei viaggi, ma non ti nascondo che mi é capitato di viaggiare dove a) il cibo non era nulla di speciale oppure b) viaggiavo davvero low cost, e quindi ho cucinato in ostello. Anche cucinare in ostello e fare nuove amicizie da soddisfazioni! Concordo che mercati locali e corsi di cucina avvicinano tantissimo alla cultura gastronomica!

    1. Certamente anch’io ho visitato luoghi dove il cibo non era certo un’attrattiva (mi vengono in mente Nepal e Namibia), ma non per questo mi sono piaciuti di meno. L’importante è dare il giusto peso alle diverse componenti di ogni viaggio!

  6. se potessi viaggerei solo per assaggiare il cibo dei posti, amo troppo sentire nuovi sapori

  7. Molto bella questa riflessione su cibo e viaggi. Ammiro anche il fatto che tu abbia portato qualcosa di questa cucina dentro la tua storia personale non è facile, anche per il solo fatto che bisogna procurarsi gli ingredienti. I tuoi familiari e ospiti come hanno reagito?

    1. Mio marito e il mio bimbo di due anni ormai sono abituati a fare da cavie! Le persone che invito a cena normalmente le avviso in anticipo se ho intenzione di cucinare qualche piatto esotico.

  8. Una riflessione in cui mi ritrovo! Sono convinta che dietro i piatti tipici ci siano stratificati storia, cultura e tradizioni. Anch’io amo assaggiare e magari portare a casa, fisicamente o metaforicamente, qualche ricordo gastronomico.

  9. Senza la cucina locale si viaggia solo a metá!

  10. Sono convinto anche io che la cucina completa l’esperienza di un viaggio e contribuisce a far conoscere in modo più profondo il paese che visiti. E come te, prima di raggiungere una nuova meta, vado alla ricerca dei locali tradizionali imperdibili. Non ti nascondo che alcuni piatti sono entrati nella mia dieta abituale come, per esempio, il platano fritto, le frittelle di yuca, i fagioli neri messicani o i sughi indiani con l’aggiunta di latte di cocco. Molte sono inoltre le spezie che uso tra cui lo zenzero, principe indiscusso (lo metto ovunque).

    1. Che buono il platano fritto! Invece lo zenzero con me non va molto d’accordo: credo di essere andata in overdose durante il trekking in Nepal!

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