Quando viaggio non mi focalizzo solo sul cosa vedere, ma anche le esperienze di cosa e dove mangiare, quali prodotti tipici provare e dove poterli comprare diventano parte integrante dell’avventura che sto vivendo. Per questo saper scegliere un ristorante quando si è in viaggio diventa fondamentale. In primo luogo perché se ti organizzi risparmi un sacco di tempo senza vagare per ore tra strade sconosciute e finire poi nel solito ristorante turistico o, se sei all’estero, nella pizzeria pseudo-italiana di turno. In secondo luogo perché io faccio sempre valere l’equazione per cui mangiare in un ristorante pessimo è un ricordo che viene eliminato solo con altre tre ottime esperienze gastronomiche.
Ecco perché per scegliere un ristorante in viaggio ho elaborato uno schema mentale che ormai applico in modo automatico e che oggi ho deciso di condividere con te. L’idea di fondo è quella di essere in grado di riconoscere i temutissimi ristoranti turistici che, la maggior parte delle volte, sono una vera e propria offesa per la cultura gastronomica di un luogo.
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Scegliere un ristorante: cosa fare prima del viaggio

La scelta di un ristorante per me inizia prima del viaggio stesso. In fase di programmazione, infatti, dedico molto tempo alla raccolta di informazioni sui prodotti tipici della zona che voglio visitare e sui locali che offrono non solo del cibo di qualità, ma anche un ambiente, un servizio ed un prezzo adeguati.
Questo però non vuol dire che io decida già in anticipo dove e cosa mangiare. Tutt’altro: come avviene per i luoghi da visitare, io preparo una lista con diverse possibilità e quando sono sul posto adatto i miei programmi alle esigenze del momento. Avendo però già una serie di opzioni sia sul cosa vedere che sul dove mangiare mi riesce facile e veloce costruire la mia giornata in viaggio.
L’importanza di raccogliere informazioni
Spiegato il mio approccio con la programmazione del viaggio, ora ti faccio capire meglio come mi organizzo nella raccolta di informazioni sui luoghi dove mangiare e sui piatti da assaggiare. Prima di tutto, chiedo ad amici e parenti. Poi, sarà per deformazione professionale, faccio una ricerca su Google in cerca di articoli di blogger che hanno già visitato la meta del mio viaggio. Infine, consulto sempre la sezione gastronomica delle guide Lonely Planet, Rough Guides o Routard. Metto assieme i risultati che emergono da questi tre diversi canali e mi faccio una lista dei posti interessanti. Attenzione però: conoscendo il mio stile di viaggio, non mi focalizzo unicamente sui ristoranti, ma lascio ampio spazio anche al cibo da strada e a soluzioni più veloci ed economiche.
Si alle recensioni di Tripadvisor, ma con giudizio
Quello che non amo invece fare è affidarmi alle recensioni di Tripadvisor. O meglio, sicuramente le leggo, ma cerco sempre di interpretarle con occhio critico. Ad esempio, guardo sempre la nazionalità di chi scrive la recensione. Dopo più di dieci anni di vita all’estero e innumerevoli viaggi, ho imparato che l’aggettivo buono ha un significato diverso se pronunciato da un italiano, uno spagnolo, un inglese o un americano. Poi, mi affido molto di più alle foto. In particolare, cerco sempre le foto del menù e degli scontrini. In questo modo mi faccio anche un’idea del prezzo. Infine, confronto le opinioni di un ristorante su Tripadvisor con quelle dello stesso ristorante su Google. A volte possono emergere delle differenze interessanti.
L’importanza di avere un’idea dei prezzi
A mio avviso è importante, già prima della partenza, farsi un’idea di quanto costa mangiare in una determinata zona. Se viaggio in una città d’arte italiana, già so che con una decina di euro mangerò qualcosa di veloce in un bar, mentre una cena al ristorante potrà richiedere tra i 25 e i 40 Euro a seconda del tipo di locale. Se viaggio in Thailandia so che con uno o due Euro posso mangiare bene nei ristoranti locali di strada, mentre mi ci vorrà almeno una decina di Euro per mangiare in un ristorante con clientela straniera. Ecco perché diventa utile avere un’idea dei prezzi: risparmierai un sacco di tempo al momento di decidere se entrare o meno in un ristorante. Da italiani, è un po’ come scegliere una pizzeria in base al prezzo della pizza margherita!
Scegliere un ristorante: cosa fare in viaggio

Anche se cerco di arrivare preparata, a volte succede che devo improvvisare sullo scegliere un ristorante. Spesso però basta una semplice occhiata all’esterno del ristorante e al menù per capire se si tratta di una trappola per turisti.
Soprattutto faccio valere sempre il principio “se hai l’impressione che sia una trappola per turisti, probabilmente si tratta proprio di una trappola per turisti”. Quindi mi guardo bene dall’entrarci!
Attenzione ai buttadentro
Iniziamo dal primo indizio grave: se davanti al ristorante che hai scelto c’è una persona che ti ferma e cerca di convincerti ad entrare, allora fatti delle domande. Io per principio sto alla larga da questi posti. Ho fatto solo un’eccezione: alla Plaka di Atene. Se avessi mantenuto fede al mio principio sarei morta di fame: là tutti i ristoranti hanno il buttadentro!
Scegliere un ristorante partendo dal menù
Non solo il menù di un ristorante deve essere esposto, ma affinché possa essere scelto deve avere il giusto prezzo ed essere invitante. Ci sono però altri elementi che tengo in considerazione nello scegliere un ristorante come ad esempio la stagionalità dei prodotti utilizzati e l’eventuale presenza di prodotti congelati. Inutile dire che rifuggo i posti in cui vi è un menù i cui piatti sono accompagnati dalle relative foto (eccetto nel Sudest asiatico!) o le cui voci sono tradotte in almeno quattro lingue diverse o quelli che utilizzano finti piatti da esposizione.
Prestare attenzione agli orari di apertura
Dopo aver lavorato una vita (e quindi vissuto) in località turistiche ho imparato che ogni popolo è abituato a mangiare a determinati orari e che i ristoranti davvero autentici non fanno deroghe in termini di orario, ma aprono esattamente agli orari in cui i locali sono abituati a mangiare. Meglio diffidare quindi, a meno di non essere nel Sudest asiatico o in Sudamerica, dei ristoranti aperti ad ogni ora.
Scegliere un ristorante guardando la sua clientela
Un ultimo elemento che mi aiuta a decidere se entrare o meno in un ristorante quando viaggio è dare un’occhiata alla sua clientela. Se sono in Asia e vedo un ristorante affollato da locali allora so già che sarà improbabile rimanere delusi dall’esperienza. Se invece il ristorante fosse frequentato solo da occidentali, allora già potrei avere un’idea della turisticità del luogo e anche del conseguente livello dei prezzi.
Nel dubbio…c’è sempre lo street food
A volte succede poi che i posti che avrei voluto provare siano chiusi o al completo e che quindi io rimanga senza alternative. In questi casi io ho la mia ancora di salvezza: il cibo da strada. Perfetto in ogni occasione, economico e veloce, raramente il cibo da strada mi tradisce. In ogni angolo del mondo che ho visitato, il cibo da strada è sempre stato un’esperienza vincente. Basti ricordare le mie avventure con lo street food peruviano, con l’Imbiss altoatesino o, in generale, con i mercati gastronomici.
Ma non finisce qui…

C’è da dire però che la mia esperienza nello scegliere un ristorante non termina quando pago il conto. Per me infatti è molto importante creare un ricordo dei posti che mi sono piaciuti o esprimere un giudizio su quelli che mi hanno deluso. Ecco come sono nati questi articoli:
– dove mangiare a Bolzano
– i ristoranti dove mangiare a Luang Prabang
– dove mangiare a Londra senza spendere una fortuna
– dove mangiare a Madrid
– i migliori bacari dove mangiare a Venezia
– le migliori pizzerie di Napoli
– il tour tra le più buone pasticcerie di Napoli e della Costiera Amalfitana
– dove mangiare a Gand
– le mie pasticcerie di Venezia preferite
Se anche tu ami il buon cibo, ma soprattutto sostieni il rispetto delle materie prime senza esagerazioni od aberrazioni, ti consiglio queste letture:
– Come ti uccido la cucina italiana tra esagerazione e cruda realtà
– La mia personale battaglia contro gourmet, tatski e finta artigianalità
– Come ti uccido la pizza: dall’ananas alle costicine
Concordo a pieno su tutto quello che hai scritto!!! Anch’io dedico parecchio tempo alla ricerca dei posti dove mangiare e cosa ordinare…mi appunto sempre qualche posticino per ogni zona e se capito nell’orario giusto in cui ho fame ho già il lavoro pronto nero su bianco! Non sono mai morta di fame ma mi è capitato nei miei primi viaggi adolescenziali di dover declinare sul Mc 🤦🏻♀️
Ottimo articolo. Alcune indicazioni le seguo anche io, per dire leggo sempre le recensioni e l’indice di gradimento di un locale in due applicazioni differenti e poi mi soffermo a leggere le risposte dei proprietari dei locali, molto spesso sono molto indicative. Che odio i buttadentro, piuttosto preferisco la fame! 🤣
Valentina
Anche io faccio come te perché la paura di finire in una trappola per turisti o in ristorante pseudo-italiano all’estera è troppa. Mi è capitato, quindi cerco di fare il possibile per evitarlo. Devo dire che però non mi fido più molto della sezione dei consigli gastronomici delle varie guide, perché spesso sono scritte da americani e non per essere antipatica né arrogante, ma spesso il concetto di “buono” è diverso.
Oltre ai butta dentro, un altro segnale che contraddistingue il locale per turisti è il menù esterno con tanto di fotografie e nomi dei piatti tradotti (male) in quattro o cinque lingue 😂
Molto spesso, oltre a fare liste di posti in cui vorrei mangiare, se viaggio durante il weekend prenoto già il ristorante prima di partire perché poi ho paura di non trovare posto di sabato sera!