Il Rifugio Pellarini occupa un posto d’onore nell’anfiteatro delle Alpi Giulie. Sorge sulle pendici del gruppo del Montasio ed è circondato da alcune delle più belle cime della regione. Ma, se il punto di arrivo dell’escursione che ti racconto oggi è un luogo bellissimo, anche il percorso per raggiungerlo non è da meno. Il sentiero che sale al rifugio infatti attraversa la millenaria foresta di Tarvisio che con i suoi giochi di luci ed ombre ti farà sentire in un mondo incantato lontano anni luce dalla frenesia moderna.

Dalla Val Saisera al rifugio Pellarini: il percorso, i tempi di percorrenza, il dislivello

Il punto di partenza di questa escursione è il parcheggio numero 2 della Val Saisera. Una breve parentesi per capire dove siamo: la Val Saisera è situata nel territorio del comune di Malborghetto Valbruna. D’inverno questa zona è il paradiso per chi pratica sci di fondo, mentre in estate diventa le meta preferita degli amanti del trekking e della mountain bike e dei cercatori di funghi. Inoltre, la Val Saisera è facilissima da raggiungere: per chi arriva da Udine, l’uscita dell’autostrada A23 dista solo pochi chilometri.

Il percorso

Così, lasciata la macchina nell’ampio parcheggio, si inizia a percorrere una carrareccia che, attraversato il ponte sul Torrente Saisera, prosegue in falsopiano nel bosco. Il percorso si sviluppa lungo una tranquilla carrareccia in leggera salita (con alcuni strappi più decisi) fino alla stazione di partenza della teleferica che permette di trasportare i beni di prima necessità al rifugio. Da qui inizia il sentiero vero e proprio che, dapprima nel bosco e quindi su un terreno detritico, porta al Rifugio Pellarini.

Il sentiero (contrassegnato con il numero 616) sale dapprima vicinissimo alle pareti rocciose e quindi guadagna quota nel bosco grazie ad alcuni tornanti. Prima di arrivare alla meta, la traccia passa una zona detritica che supera con alcuni brevi tornanti e guadagna il panoramico pianoro del rifugio. Su questo tratto consiglio una breve deviazione (segnalata da una freccia in legno) verso la bella e rinfrescante cascata.

I dati tecnici dell’escursione

All’arrivo al rifugio Pellarini, la fatica della salita verrà ripagata da una vista mozzafiato.  Qui lo sguardo è libero di spaziare fra le cime più suggestive delle delle Alpi Giulie: lo Jof Fuart, il Nabois Grande, lo Jof di Miezegnot si faranno ammirare in tutta la loro imponenza.

L’escursione al Rifugio Pellarini è quindi una camminata impegnativa ma senza pericoli oggettivi, adatta a tutti coloro che hanno una minima dimestichezza con gli ambienti di montagna.  Per rendere l’idea, si consideri che si percorrono circa 9 chilometri tra andata e ritorno e un dislivello di circa 600 metri. I tempi, come sempre, sono piuttosto soggettivi: noi abbiamo impiegato poco meno di due ore per salire e un’ora e mezza per scendere.

Il Rifugio Pellarini
Il Rifugio Pellarini
DOVE DORMIRE IN VAL SAISERA?
Io, per una vacanza nelle Alpi Giulie, consiglio Alpi Giulie Chalets : delle baite in legno davvero accoglienti, completamente immerse nella natura per un soggiorno rigenerante.

Raggiungere il rifugio con un bimbo piccolo

Salire al Rifugio Pellarini con un bimbo
Salire al Rifugio Pellarini con un bimbo

Come sempre nelle nostre uscite in montagna, abbiamo percorso questo trekking con il nostro bimbo di 20 mesi. Nel primo tratto di carrareccia il piccolo ha camminato, poi quando il tracciato è diventato più stretto lo abbiamo messo nello zaino porta-bimbo. Considerati i 13 chili abbondanti del bambino e il dislivello da risalire, è stata un’escursione mediamente impegnativa. Impossibile, invece, escluso il primissimo tratto di carrareccia, percorrere il sentiero Cai 616 con un passeggino da trekking.

Ancora, per chi decide di salire con bimbi più grandicelli e allenati, il sentiero è abbastanza ampio e molto ombreggiato. A questo proposito, si tenga presente che alcuni alcuni brevissimi tratti più rocciosi sono stati attrezzati con cavetto o corda per agevolare il passaggio.  Una volta arrivati alla meta, la possibilità di incontrare alcuni camosci stanziali rende l’escursione  in questo angolo di Tarvisiano davvero perfetta per allenare i bambini agli ambienti di montagna.

GLI INDISPENSABILI 
Spesso mi viene chiesto che cosa porto con me in un’escursione sulle montagne friulane. Generalizzare è difficile, ma io non potrei mai fare a meno di queste cose:
– la Cartina Tabacco 19 che riporta tutti i sentieri delle escursioni nelle Alpi Giulie Occidentali.

– il libro A piedi nel Friuli Venezia Giulia
– il mio zaino da 25 litri della Salewa
– le mie scarpe da trekking Tx4 La Sportiva
– una mantella o un ombrello da viaggio per ripararsi dalle frequenti 
piogge

Dal rifugio Pellarini: i percorsi in quota

La sella Nabois vista dal rifugio
La sella Nabois vista dal rifugio

Una volta arrivati al Rifugio Pellarini, coloro che avranno ancora forze e voglia di proseguire potranno raggiungere in un’ora e un quarto la panoramica Sella Nabois.

Per gli escursionisti esperti, il rifugio è un punto di appoggio perfetto per salire al Gran Nabois e allo Jof Fuart per la gola nord.

PER APPROFONDIRE
Vuoi conoscere meglio questa regione? Leggi i miei articoli dedicati agli itinerari del cuore in Friuli Venezia Giulia e alle vacanze in Carnia.
Vuoi saperne di più sulla cucina tipica? Leggi il mio articolo dedicato ai
piatti della cucina friulana.

Hai bisogno di maggiori informazioni per organizzare la tua vacanza? Visita il sito ufficiale del Turismo in Friuli Venezia Giulia.

Se invece stai cercando ispirazione per altre escursioni in regione, ti consiglio di leggere i racconti dei miei trekking:
Come raggiungere i Laghi D’Olbe da Baita Rododendro
Il sentiero Rilke
La salita con le ciaspole al Rifugio Giaf
La salita al Rifugio Lambertenghi-Romanin e al Lago Volaia da Collina

Il sentiero naturalistico del Piave

2 commenti

  1. Anche se vivo in FVG sono stata per la prima volta in Val Saisera quest’inverno, a farmi una bella passeggiata nella neve. Il lato positivo del lockdown è scoprire mete vicino a casa che magari prima si ignoravano. 😉 Mi piacerebbe salire al rifugio d’estate, anche se so già che ci metterei più di due ore. Grazie per le informazioni e i consigli utili!

    1. Il bello della montagna sta nel salire con i propri tempi, senza fretta, per godere al massimo del panorama.

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