Vaia, confesso che questo nome non mi diceva proprio nulla prima di arrivare qui in Trentino. Solo quando l’ho sentito associare al termine tempesta o ciclone mi sono tornate alla mente delle sbiadite immagini di servizi televisivi che parlavano di maltempo e della conseguente caduta di un gran numero di alberi.
A giugno 2019 percorrendo la strada che dal Friuli mi portava a Moena ho capito. Ho capito la gravità dell’evento. Ne ho colto la straordinarietà e mi sono sentita impotente e scossa di fronte alla forza e all’estensione del fenomeno. Un mare di abeti accatastati l’uno sull’altro come bastoncini di Shanghai, interi pendii boscosi abbattuti, giganteschi tronchi d’albero abbandonati a se stessi. Dal Friuli al Trentino Ato Adige non c’è valle che ne sia stata risparmiata. La tempesta Vaia non ha guardato in faccia nessuno.
Tempesta Vaia: cosa è successo

Non sono una meteorologa, non ho le conoscenze scientifiche richieste per approfondire l’argomento, ma voglio solo cercare di spiegare in poche e semplici parole cosa ha significato la tempesta Vaia per gli abitanti della montagna.
Tra il 26 e il 29 ottobre l’Italia è stata colpita da una forte ondata di maltempo. In particolare nel Nordest del Paese una serie di piogge torrenziali ha ingrossato notevolmente la portata di tutti i corsi d’acqua rendendo il terreno molto pesante. Nella notte del 29 ottobre è entrato in gioco il vento che, con raffiche fino ai 200 km/h, ha flagellato pianura e montagna. Il risultato di tutto questo accanimento meteorologico sono circa 14 milioni di alberi caduti o spezzati.
Tempesta Vaia: come è la situazione oggi

Oggi sono i pendii delle montagne spogli o ancora con gli alberi caduti a ricordarci delle tempesta. I lavori per liberare i boschi dai tronchi sono già stati iniziati, ne sono testimonianza i numerosissimi depositi di legname ai bordi delle strade. Si tratta però di un lavoro di ripristino molto lungo con la conseguenza che numerosi sentieri di montagna restano tuttora inagibili.
In questi giorni in Val di Fassa mi è capitato spesso di trovare all’inizio di un sentiero il cartello “Sentiero inagibile per calamità naturale“. Non ci sono dati ufficiali e le informazioni esistenti non sono univoche, ma si parla di un quarto dei sentieri trentini non percorribili.
Tempesta Vaia: come controllare la percorribilità dei sentieri

Prima di mettersi in cammino è quindi auspicabile controllare che il sentiero scelto sia percorribile. Senza doverlo scoprire una volta arrivati a destinazione tramite un cartello o, molto peggio, trovandosi in situazioni di difficoltà data da smottamenti o tronchi caduti lungo il percorso.
Trascorrendo l’estate in Val di Fassa e percorrendo sentieri che si snodano tra il Veneto e le Provincie di Trento e Bolzano, io ho salvato alcuni link a pagine web che mi permettono di consultare la percorribilità dei sentieri.
Per il Trentino io consulto lo stato dei sentieri in questa pagina: https://www.visittrentino.info/it/speciali/mca-it
Per i sentieri del Veneto, esiste un database in formato excel facilmente consultabile.
E se mi rimangono ancora dei dubbi sulla percorribilità dei sentieri non esito a fare una telefonata all’Azienda Turistica della zona o ai gestori dei rifugi in quota.
Siamo stati a Moena a fine luglio e mi si è spezzato il cuore. Il cambiamento climatico fa dei danni indescrivibili, ma ho amato tantissimo lo spirito dei trentini: senza tanti piagnistei si sono messi a lavoro e hanno aperto decine di cantieri boschivi per riprisitnare la viabilità dei percorsi.
Verissimo! Io ho passato qui l’intera estate e ho visto dei cambiamenti incredibili da metà giugno ad oggi: interi pendii ripuliti e sistemati.