Il Circuito dell’Annapurna è uno dei trekking più famosi del Nepal. Ogni anno migliaia di persone si mettono in cammino per percorrere questo suggestivo itinerario attorno ad una delle montagne più alte del mondo. Con un’adeguata preparazione fisica e il giusto spirito di adattamento, un trekking nel Nepal Himalayano è fattibile dalla maggior parte degli appassionati di montagna. Anch’io l’ho fatto nonostante la mia disabilità (porto delle protesi alla mano e alla gamba destra), ma non nascondo che sono stati necessari tanta tenacia e tanto allenamento.
Ho scritto anche un articolo dedicato al racconto della mia avventura di trekking attorno all’Annapurna Circuit.

Dopo aver vissuto questa esperienza in prima persona, ho preparato una lista di consigli per chi si appresta ad affrontare il circuito dell’Annapurna o più in generale un trekking in Nepal.
Scegli una buona assicurazione di viaggio
Quando si viaggia al di fuori dell’Europa è sempre utile sottoscrivere un’assicurazione di viaggio in grado di tutelarci in caso di malattia. Fate attenzione però alle coperture della vostra assicurazione: spesso le normali assicurazioni non rispondono per incidenti capitati durante la pratica di attività sportive o al di sopra di una certa altitudine. Vi lascio un link ad un mio articolo qualora voleste sapere qualcosa in più sulle assicurazioni più adatte ad un trekking di questo tipo: https://rafaroundtheworld.com/2017/09/03/quale-assicurazione-di-viaggio/

Prendila con calma e goditi il circuito dell’annapurna
Cammina senza fretta. Segui il tuo ritmo e ascolta il tuo corpo. Il trekking è pensato per camminare dalle 6 alle 8 ore al giorno. Non c’è nessuna urgenza di arrivare alla meta. Goditi il cammino perché questo è il vero senso del Circuito dell’Annapurna. Fermati a fare foto, a comunicare con i locali, ad osservare ciò che ti circonda. Non forzare troppo il ritmo ti aiuterà a distribuire meglio le energie per tutta la durata del trekking. Inoltre sarà propedeutico all’acclimatamento all’altitudine, per scongiurare il tanto temuto mal di montagna.

non sottovalutare il mal di montagna
A questo proposito ascolta i segnali che lancia il tuo corpo, il mal di montagna è davvero subdolo e molto pericoloso. Sii però consapevole che se abitui il tuo corpo all’altitudine in modo graduale, non correrai pericoli. Prima di partire io ho parlato con il mio dottore che mi ha consigliato di portare con me per precauzione del Diamox, un farmaco adatto in questi casi. Alla fine però non l’ho usato perché ho avuto solo delle strani sensazioni legate all’altitudine (quali respiro corto, leggero cerchio alla testa e mani un po’ gonfie) che si sono attenuati non appena ho iniziato la discesa.

Cura l’alimentazione e bevi tantissimo
Per camminare molti giorni, è scontato dire che avrete bisogno di energia. Cercate di mangiare tutto quello che vi viene offerto nei lodge e se avete delle intolleranze o dei gusti difficili cercate di organizzarvi. Un’adeguata alimentazione è necessaria per affrontare tanti giorni di cammino. Al mattino potrete avere una colazione a base di pane chapati e marmellata, a pranzo e a cena ci sarà sempre il Dal Baht, un piatto a base di riso, spezie e legumi. Io ho portato con me del parmigiano, della cioccolata e della frutta secca. Oltre al cibo, cercate di assumere tantissimi liquidi. Durante tutto il percorso troverete sempre acqua potabile. Assumete però anche tè, zuppe e cioccolate calde che saranno sempre disponibili nei vari lodge. Nonostante tutti questi accorgimenti alla fine del trekking io ho scoperto di aver perso ben sei chili.

Lavati quando puoi
Questo consiglio ti sembrerà curioso, ma il livello dei bagni che incontrerai durante un trekking in Nepal è altamente variabile. Andiamo da un’unica toilette rappresentata da un buco nel terreno per l’intero lodge a soluzioni meno rustiche. In un lodge ho trovato addirittura il bagno in camera e fatico ad esprimere la mia soddisfazione nel sedermi su di un vero wc dopo tanti giorni, ma in fondo un viaggio di questo tipo ti serve anche per apprezzare le piccole cose. L’acqua calda comunque sarà quasi sempre un miraggio, a meno che tu non ti faccia la doccia per primo. I pannelli solari che scaldano l’acqua infatti molto spesso hanno una capacità limitata. Soprattutto attenzione agli spifferi: io ho preso freddo proprio durante una pseudo doccia a 3400 metri e mi sono ammalata! Quindi attrezzati con salviette umidificate di tutti i tipi che ti daranno una sensazione di pulito anche quando la doccia non la puoi o vuoi fare.

Cerca di avere abbastanza denaro in contanti
Scontato dire che non troverai molti bancomat lungo il cammino. Anche se hai prenotato un pacchetto tutto compreso con l’agenzia, troverai sempre qualcosa da comprare nei villaggi che attraverserai: una bibita, uno snack, un prodotto di artigianato locale. Quindi cerca di avere abbastanza denaro con te, anche per gli imprevisti. Come ti ho già detto, mi sono ammalata e non riuscivo ad affrontare tante ore di cammino per cui ho noleggiato un cavallo che con il suo proprietario mi ha seguito per 3 giorni. Se non avessi avuto il denaro per pagare il cavallo, sarebbe stato un problema!

Prepara l’abbigliamento adeguato
Durante il Circuito dell’Annapurna avrai modo di sperimentare tutte e 4 le stagioni: dal caldo della giungla al gelo del passo Thorong La. Per cui un abbigliamento a strati diventa fondamentale. Non solo, è necessario disporre di indumenti tecnici con una buona capacità di isolamento e di resistenza, ma soprattutto in grado di asciugarsi velocemente. Per quanto riguarda le scarpe usa gli scarponi da trekking con cui ti senti più a tuo agio e non fare esperimenti con scarpe nuove altrimenti ti metterai nei guai con le vesciche. Secondo me sono indispensabili anche i bastoncini da trekking per avere un aiuto nelle giornate più impegnative o con le discese più ripide.

Prepara qualche regalino per i bambini
Lungo il circuito dell’Annapurna ti capiterà di incontrare tantissimi bambini. Alcuni più timidi, altri molto espansivi. A me è capitato di incontrare un gruppo di bimbi che mi ha fatto vedere sfogliando pagina per pagina i quaderni di scuola. Porta con te dei piccoli pastelli, dei gessetti colorati o delle penne, avrai a disposizione dei regali per queste faccine curiose. Mi raccomando non regalare dolci!

Con questo è tutto. Buon cammino e goditi il meraviglioso Nepal!
Per organizzare il mio viaggio in Nepal, ho utilizzato due guide: la guida della Lonely Planet in italiano sul Nepal e la guida della Lonely Planet in inglese specializzata nel trekking sull’Himalaya. Se vuoi farti un’idea del percorso e dei prezzi, puoi vedere il pacchetto dell’Annapurna Circuit proposto da Get Your Guide.
Se vuoi lasciarti inspirare, scopri i 5 trekking all’estero che sogno di percorrere.
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Perché hai scritto di non regalare dolci? Grazie
Ho scritto di non regalare dolci ai bambini perché lo zucchero può causare gravi danni ai denti laddove non c’è un’adeguata igiene orale. Per cui molto meglio un regalo che il bambino può usare invece che del cibo dolce.
Ciao Raffa ! Anch io e un’amica partiremo ad ottobre per assaporare questo trekking nepalese. . . Ci chiedevamo se fosse necessaria realmente la presenza di una guida oppure puô essere affrontato anche da sole … viviamo in alta montagna a 1800 mt e siamo abituate ad affrontare percorsi di ogni livello in solitaria 🙏🏻 Grazie per i tuoi preziosi consigli
Ciao Silvia, personalmente io opterei per una guida. Soprattutto per passare il Thorong La. Nel 2014 ad ottobre c’è stata un’inaspettata ondata di gelo e molti escursionisti senza guida sono morti bloccati nella salita. Da quel momento si era addirittura parlato di rendere la guida obbligatoria su questo percorso. Personalmente a me la guida è stata utilissima per svariati motivi: per trovare posto dove dormire nei lodge (ottobre è un mese molto frequentato), più di una volta ci ha fatto prendere delle scorciatoie veramente invisibili agli occhi di noi occidentali, ha saputo valutare benissimo freddo, venti, etc e infine quando sono stata male mi ha aiutata a trovare una soluzione per proseguire il trekking. Vedrai, il percorso non presenta difficoltà particolari se non quelle date dall’altitudine, ma muoversi su un territorio così vasto e imprevedibile richiede conoscenza dello stesso. Soprattutto servendoti di una guida, oltre a crearsi spesso una bella amicizia, contribuisci anche all’economia di una famiglia nepalese 😉 . Questo il mio modesto parere! 🙂
Complimenti Raffy, bellissimo racconto e soprattutto bellissime immagini e consigli. Io ho viaggiato abbastanza e sono anche sportiva, fatto atletica per anni, ma non ho mai fatto questo viaggio per paura del mal di montagna. Come scrivi tu “Segui il tuo ritmo e ascolta il tuo corpo” è sicuramente la risposta alle mie paure ed è quello che dico sempre anche io quando faccio trekking. Complimenti ancora per il post ma soprattutto per la tua energia! sei una grande 🙂
Mi fai arrossire! Leggendo i tuoi racconti di viaggio, direi che il Nepal e questo trekking in particolare ti potrebbero piacere. Anche se devo dire che negli ultimi tempi sento sempre più lamentele sul modo selvaggio in cui si sta sviluppando il turismo in quelle zone.
Davvero un post utile e ben fatto! Mi affascina tantissimo quel pezzetto di mondo e i consigli utili sono veramente … Utili! Dev’essere un’esperienza incredibile!
Incredibile forse non rende! 😉
Come mi affascina questo percorso! Per ora viaggio con le tue parole, perché con due bimbi piccoli non posso prenderlo in considerazione, ma chissà che un giorno..
Sei davvero una tipa tosta! Il circuito dell’Annapurna… wow! Ti stimo tantissimo. E complimenti, le foto sono bellissime
Grazie 😉 Le foto sono state fatte con una vecchia macchinetta, per ragioni di sopravvivenza eravamo concentrati più su di noi che sull’attrezzatura fotografica 🙂
Che esperienza pazzesca che deve essere! Io non so se me la sentirei.. Ma i tuoi consigli sono davvero molto utili e molto accurati, magari prima o poi ci farò un pensierino..
Il Nepal ce l ho li da un bel po. Le tue foto e il tuo racconto mi hanno fatto venire ancora più voglia. Foto davvero bellissime: compliemnti!!!! E bellissimo il tuo blog.
Grazie mille! Il Nepal è speciale. Se ami camminare, un’esperienza di trekking è davvero qualcosa di indimenticabile!
Credo che questo sia uno di quei viaggi in cui il proprio orizzonte si allarga.. il Nepal mi ispira tantissimo e mi piace anche fare trekking ma a queste altezze, conoscendomi, avrei timore del mal di montagna!
Il Nepal mi è rimasto nel cuore e vorrei tanto tornarci, mi piacerebbe fare questo giro, ma il trekking non è certo pane per i miei denti, ma magari una passeggiata si….
Ci sono trekking facili e brevi ma molto panoramici. Sarà che a me Kathmandu non è proprio piaciuta, ma ho sempre pensato che in Nepal si andasse solo per il trekking. 😉 Evidentemente mi sbagliavo.
Io ho gironzolato in lungo e in largo per la Katmandu valley che ho amato tantissimo! Se riesco a rimettermi in forma però un trekking easy lo farei! 😊
Un viaggio in Nepal sembra davvero un’esperienza unica e irripetibile ma anche molto faticosa. Non sono una grande amante del trekking, però per un post simile potrei fare un’eccezione 🙂
La considero un’esperienza unica nel suo genere. Passare 16 giorni in un ambiente senza strade ne macchine è qualcosa a cui non siamo davvero abituati.
Io non sono un’amante del trekking e non so quindi se sarei mai in grado di fare un viaggio del genere, ma leggere il tuo racconto è stato bellissimo e il luogo ci scommetto è incredibilmente suggestivo, capace di entrarti subito nel cuore!
Bellissimo racconto! Davvero suggestivo, mi hai trasportato in un altro mondo! Mi piacerebbe fare questo percorso, chissà se sopporterei il ritmo 😛
Dev’essere davvero un’esperienza indimenticabile percorrere questo cammino! Chissà magari un giorno riuscirò a farlo anch’io… È piuttosto duro immagino, bisognerà allenarsi per bene…
Eh si, ci vuole passione per la montagna e molto allenamento!
ecco, questo è uno dei viaggi che farei! Mettersi alla prova, scoprire posti nuovi e molto particolari, essere quasi ai limiti del mondo che conosciamo… grazie mille per questa guida, la salvo in attesa di fare un viaggio verso quella parte del mondo! 🙂
Ho letto su qualche blog di questo trekking impegnativo. Non è nel nostro calendario, ma mi piace leggere di cose che non farò ed anche di posti che non vedrò … il bello di leggere resta quello di poter vivere 1000 vite invece che soltanto una, no? Però quel nome – Annapurna – fa dare un battito più forte
al cuore ogni volta che lo leggo.
Sei proprio sicura che non lo farai? 😉 Io avrei detto la stessa cosa qualche mese prima di partire e poi….poi ci si è messo il destino!
Da quando Frodo è in famiglia, viaggiamo solo in Europa. E’ un cane avventuriero e non ci perdonerebbe mai una missione senza di lui 😀
Ci mancherebbe 😉
Hai scritto un post bellissimo, che ho letteralmente divorato! Da amante del trekking e della montagna, condivido in pieno tutti i tuoi consigli e mi è venuta una gran voglia di partire per questo giro intorno ad una delle montagne più alte e famose del mondo! Mi dispiace che ti sei ammalata!! Immagino che lo “spifferino” di aria mentre si fa una simpatica doccia fredda a 3500 metri non sia il massimo della vita!!
Sono gli inconvenienti del mestiere di viaggiatrice in cammino 😉
Quanti giorni hai camminato Raffaella? Non mi sembra di averlo letto o mi è sfuggito…
Circa 16 giorni, di cui 3 a cavallo 😉
Mi era sfuggito il post in cui raccontavi nel dettaglio la tua esperienza! Ma ora ho rimediato. Conosco solo una persona che abbia fatto questo viaggio, e da quello che mi ha raccontato è stata un’esperienza che gli ha cambiato la vita. A me spaventa molto, come del resto mi spaventano in generale le esperienze dove la paura di non farcela fisicamente mi blocca, a partire dalla scalata del Monviso vicino a casa mia, passando per il cammino di Santiago fino ad arrivare al circuito dell’Annapurna.
Comunque mi consola leggere che il mal di montagna non è così terribile!
Dai il Cammino di Santiago non è così terribile, è molto facile 😉 Magari iniziare da quello è un buon modo per mettersi alla prova!
Davvero, è facile? Se mai riuscirò a prendermi due settimane di ferie consecutive…
Raffa è uno di quei luoghi che credo entrino nel cuore indelebilmente! Vorrei super andare! Aspetto solo qualche anno affinchè non sia troppo stancante il trail con la bimba